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Stanno arrivando!

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Oggi è arrivato!!

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Marquez ha rotto!


pudu364

Messaggi raccomandati

Complimenti a Lorenzo perché comunque è un pilota molto veloce.

Come ha detto Livio Suppo prima della gara, il motociclismo è uno sport individuale,infatti due dei "fantastici quattro" hanno fatto gara individuale (26 e 46), gli altri due (93 e 99) hanno fatto gara di squadra... Anche se con moto diverse... Mah...

Va beh dai, se ne riparla il prossimo anno.

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Dal sito motoblog.it

 

Come avevamo purtroppo previsto la scorsa settimana il terremoto e il polverone mediatico acceso intorno alla moto GP avrebbe potuto innescare una serie di ripercussioni sull'intero assetto del circus iridato, non ultima la scelta di alcuni sponsor di abbandonare il giro o semplicemente cambiare casacca. Così come nel caso della Sector che ha abbandonato Lorenzo, è ora la volta della Gas che abbandona Marquez, mentre sembra sempre a rischio persino lo sponsor Repsol e il suo legame con il il giovane spagnolo. A pesare ovviamente lo scontro con Rossi, ma in particolare il riflesso mediatico, la rivolta dei social, oltre alle accuse delle tifoserie schierati il larga maggioranza contro l'alleanza dei due piloti spagnoli. La contestazione in questo caso riguarda esclusivamente ciò che è avvenuto fuori dalla pista, infatti in moltissimi non hanno gradito le forti accuse di Lorenzo verso Rossi a fine gara per non parlare della sua denuncia personale presso il TAS depositata a mezzo dei suoi legali e contenente alcuni documenti caldi e dalla ambigua provenienza (come, sembra, la telemetria di Marquez).

In questo caso ciò che non è piaciuto prima alla Sector, poi ai tifosi, poi ai vertici Yamaha (...e poi anche al TAS) è il fatto che Jeroge non fosse direttamente coinvolto nello scontro avvenuto in pista, ne tanto meno si trovava dietro i due piloti per poterlo raccontare con i propri occhi. Allo stesso modo sono state oggetto di fortissime critiche le prime esternazioni di Maquez nel post gara, oltre alla progressiva analisi della sua condotta in pista da molti giudicata palesemente rivolta al rallentamento dell'italiano.

Sono in molti infatti a ritenere che il giovane campione della Honda fosse molto più veloce in pista di quanto fatto vedere e che molto probabilmente dopo il dominio in prova sarebbe stato capace di contendere a Pedrosa il primato della gara, ma a questo sembra abbia preferito il rimanere più indietro per proteggere le spalle del Majorchino.

Ovviamente su questo ha influito anche il fatto che i due brand in questione (Sector No Limits e Gas) siano entrambi dei marchi italiani, paese in cui realizzano una gran parte del loro fatturato, ma purtroppo proprio in Italia la contestazione nei confronti dei due piloti spagnoli è risultata particolarmente dura nonché dilagante. Insomma il mondo è diviso in due, tra gli spagnoli e Valentino Rossi, con un forte sbilanciamento delle preferenze verso le ragioni dell'italiano, non a caso uno degli sportivi più amati della storia. Insomma se Lorenzo non è mai riuscito a divenire un vero personaggio, di quelli seguiti e apprezzati dalle folle e conteso dal grande pubblico, Marquez era invece sulla strada buona per catalizzare su di se una attenzione capace di valicare i confini del motociclismo.

Del resto non è un segreto che Valentino Rossi con le sue indiscusse capacità mediatiche abbia elevato il settore del motociclismo verso un autentico fenomeno di costume, allargandone gli orizzonti verso bacini di audience mai toccati in precedenza. Se i grandi sponsor, le TV e i quotidiani si sono avvicinati a questo sport, il merito è da ricercarsi della sua notorietà oltre che nella capacità di catalizzare le attenzioni di milioni di tifosi in tutto il mondo. Inevitabile quindi che se il "personaggio Valentino Rossi" viene intaccato, tutto il mondo circostante subisca dei contraccolpi più o meno evidenti.

 

 
 

Ma tralasciando per ora tutte le considerazioni sulla presunta "stanza dei bottoni", limitiamoci ad analizzare la situazione di Lorenzo prima e di Marquez poi, e la loro vulnerabilità nei confronti di tifosi e appassionati, oltre alla bassa capacità di trattenere gli eventuali investitori. Non scordiamo infatti che nel 2012 Lorenzo e la Yamaha corsero una stagione senza un main sponsor in Moto Gp, questo dopo l'abbandono del team da parte di Valentino Rossi. Il segnale della Gas è legato ovviamente al fatto di non reputare utile o il non ritenere un buon investimento il proprio legame con il personaggio Maruqez, soprattutto dopo i recenti avvenimenti e dichiarazioni che si sommano al diverbio avvenuto con i giornalisti italiani delle Iene. L'aver picchiato i due giornalisti e avergli sottratto le schede e distrutto le telecamere non è passato certo come un segnale distensivo, dopo una settimana già molto accesa per gli strascichi di Sepang. Inoltre l'aver negato l'accaduto e aver rilasciato dichiarazioni false ai numerosi giornali spagnoli e internazionali non ha semplificato la posizione di Marquez, soprattutto dopo la pubblicazione dell'audio originale registrato dai giornalisti e non sottratto loro dai parenti di Marquez.

Anche se gli atti in questione sono stati compiuti principalmente dal papà e dal fratello di Marc, il suo coinvolgimento nella vicenda è diventato inevitabile, tanto che molti giornali hanno pubblicato delle smentite rispetto alla prima versione dei fatti e molti di questi si sono anche sentiti raggirati dalle prime dichiarazioni di Marquez. Il personaggio pubblico non è certo uscito indenne da questa vicenda, e se per costruire un campione noto in tutto il mondo possono bastare pochi anni al top delle classifiche per demolirne il personaggio basta purtroppo molto meno.

 

 
 
L'immagine di un pilota

Essere un personaggio pubblico vuol dire molte cose, la prima è che le proprie azione saranno valutate da molti con la lente di ingrandimento, questa è una responsabilità importante, che un campione del mondo e uno sportivo pagato milioni di euro deve tenere sempre bene a mente. Il benvolere del pubblico può fare la differenza e diventare fondamentale in molte situazioni, non solo nel numero di bandiere o di persone che esultano per te in un gran premio, ma anche per ciò che riguarda l'appeal verso gli sponsor, quindi i soldi che sei in grado di muovere e di conseguenza la moto che ti verrà offerta. Mentre Jeorge Lorenzo non è mai stato un vero personaggio, non ha mai riscosso consensi personali o mosso folle in tutto in mondo, ne tanto meno è stato in grado di catalizzare su se stesso l'interesse dei grandi media.

Nel caso di Marquez le cose sono diverse, da molti più volte appellato come il nuovo Valentino, simpatico, spavaldo, spettacolare e veloce, con la faccia sorridente e da bravo ragazzo. Ma un conto è diventare un pilota forte un conto è diventare un personaggio amato in tutto il mondo capace di raggiungere anche mondi e persone molto lontane dal proprio sport. Ecco in questo Marquez ha ancora molto da imparare, e se vuoi raggiungere certi risultati devi essere capace di scelte e comportamenti diversi, molto attenti e ben pesati, questo anche una volta dismesso il casco da pilota. Per molti il personaggio Marquez ha ormai perso di appeal e il caso di Gas è solo la punta dell'iceberg. Dai giornali del settore ai tifosi il suo ascendente sembra ormai molto meno incisivo, i giornalisti che lo esaltavano come il nuovo divo giunto dalle stelle ora non gli risparmiano battute e critiche sia sul piano sportivo che umano. Insomma per molti oggi Marc è il pilota che ha deciso deliberatamente di entrare in pista con l'unico obbiettivo di danneggiare Valentino Rossi e per questo da molti verrà ricordato così per un bel pò di tempo. Come se in una partita del mondiale un giocatore fosse entrato in campo con l'obbiettivo di rompere un ginocchio a Maradona, altro personaggio amatissimo a livello mondiale e forse per questo confrontabile con Valentino Rossi.

A contribuire all'innalzamento della tensione all'interno del paddock c'è l'aria pesantissima che si respira all'interno del box Yamaha dove ai giapponesi non è andato affatto giù che un loro pilota, sul libro paga di Yamaha e con un contratto anche per il prossimo anno sia andato a sporgere una denuncia formale al TAS contro un altro pilota dello stesso Team. Il tutto senza alcun avvertimento o comunicazione verso i responsabili della squadra, ciò ancora più grave è che oltre a presentare un esposto attraverso i propri legali abbia richiesto di essere stato ascoltato (cosa a lui negata da parte del TAS in quanto non interessato nei fatti). Ma già questa azione, ritenuta gravissima dal team Yamaha ha fatto decidere prima a Movistar di annullare la festa prevista in Spagna la settimana successiva alla gara di Valencia, ma ha anche fatto decidere ai vertici Yamaha per l'annullamento della festa organizzata e prevista a Valencia il sabato sera per la celebrazione di tutti i piloti Yamaha 2015 di tutte le discipline motoristiche, che si sarebbero ritrovati insieme nel paddock di Valencia.

L'aspetto particolarmente grave della vicenda riguarda invece i documenti presentati al TAS da Jeorge Lorenzo e dai suoi legali, infatti insieme a varie pagine di denuncia sembra fosse stata allegata dal pilota Yamaha anche la telemetria della moto di Marquez. La domanda nasce spontanea, ma come faceva un pilota ufficiale Yamaha ad avere con se la telemetria di un pilota rivale che corre per la più diretta delle rivali tra tutte le squadre del mondiale? Quella stessa telemetria sventolata da Nakamoto e poi negata da Suppo.

Ovviamente una azione del genere se dovesse trovare conferma alimenterebbe ancora di più il fuoco delle polemiche post gara gettando l'ennesimo appiglio a Valentino Rossi e confermando il sospetto accordo tra i due piloti spagnoli di Honda e Yamaha. Questo però getta qualche ombra in più anche sulla possibilità che Jeorge abbandoni la Yamaha a fine per rifugiarsi tra le accoglienti braccia della Ducati, cosa che in parte renderebbe più comprensibile lo sgarbo fatto da lui verso il Team Yamaha reo a suo avviso di non nominarlo ufficialmente prima guida all'interno della squadra.

 

 
 

Purtroppo la cartina di tornasole sui danni creati al motociclismo dallo scontro di Sepang li vedremo in modo completo solo l'anno prossimo e gli effetti rimarranno nell'aria per molto tempo ancora. Intanto bisogna pensare alla gara di Valencia dove Rossi partirà ultimo con l'unica speranza che le due Honda riescano ad aggiudicarsi il primo e il secondo posto in gara, con Lorenzo terzo o quarto infatti le possibilità di vincere il titolo diventano più alte. Se invece Lorenzo sarà primo o secondo tali probabilità si ridurranno enormemente e il titolo andrà facilmente nelle tasche dello spagnolo.

Comunque vada dopo Valencia il mondo della Moto Gp non sarà più lo stesso, lo strappo dell'ultima gara rimarrà a lungo nella memoria degli appassionati, ma se da un lato dopo il futuro e inevitabile abbandono di Rossi un calo dell'audience e degli investimenti da parte degli sponsor sarà fisiologico e scontato, una sua sconfitta dopo così lunghe polemiche potrebbe accelerare enormemente tale processo di impoverimento da parte del campionato. Per ora le veementi accuse dei tifosi verso Marquez danno un primo segnale in questo senso con la italiana Gas che "sveste" il giovane spagnolo, quindi in attesa di un comunicato ufficiale sembra ormai cerco che il marchio di abbigliamento sportivo nato nei primi anni ’70 dalla passione e creatività di Claudio Grotto nel cuore del Nord-Est d’Italia, romperà il proprio rapporto con Marc Marquez. A noi semplici spettatori di queste partite extra circuito non resta che attendere la gara di domenica, che sarà con larga probabilità la più seguita e attesa dell'intera storia del motociclismo, nella speranza che in pista vinca lo sport e che lo spettacolo si mantenga a livelli straordinari (come avvenuto quasi sempre negli ultimi anni) pur restando confinato all'interno di una sana e corretta competizione sportiva.

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Mi fa pena Lorenzo. Ha vinto mondiale distruggendo ogni forma di credibilità e sportività che poteva avere. Resta un pilota veloce, per quel che può valergli. I miei complimenti per una vittoria senza festa. Erano tutti davanti al box di vale. Che figura di m.... manco durante la cerimonia è riuscito a celare il malanimo che gli rode dentro per aver vinto mentre ha perso la cosa più importante: la stima dei appassionati.

Complimenti Jorge. Mi fai pena.

Per mm non ho parole. Se nessuno lo penalizzerà anche solo a posteriori per il comportamento delle ultime gare, di sicuro non guardo più la MotoGP.

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(Sportal.it)

Una grande soddisfazione per Valentino Rossi arriva da Valencia, teatro, solo una settimana fa, dell'amaro e polemico epilogo del Mondiale di MotoGp. Uno dei pupilli del Dottore, Nicolò Bulega, ha conquistato in Spagna il campionato CEV di Moto3, confermandosi uno dei piloti emergenti del nostro motociclismo.
 
A Bulega, che ha centrato sette podi nella stagione e corre con il numero 46 del suo maestro, è bastato arrivare terzo nell'ultima corsa del campionato per battere i tanti centauri spagnoli in pista.
 
Classe 1999, Nicolò è una delle punte di diamante della VR46 Riders Academy: "Questa vittoria è per Vale e per tutta la VR46", ha dichiarato il centauro riminese nel dopo gara, visibilmente emozionato.
 
Nella prossima stagione, Bulega gareggerà con Fenati e Mignio nel team Sky-VR46 in Moto3.

(A cura della redazione di Sportal.it)


ed infine ......... www.insella.it

 

 

MotoGP 2016, Marquez "affossa" i social di Honda
 
MotoGP news – Negli ultimi GP Marc Marquez non solo ha messo a rischio la propria immagine, ma ha contribuito anche a creare qualche grattacapo a Honda che, sui social, è arrivata a perdere molta popolarità. Il marchio giapponese è stato preso di mira da commenti negativi, ha subito accuse e proposte di boicottaggio... 
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Disastro Marquez
Mettersi contro Valentino Rossi non porta a nessun vantaggio, soprattutto a livello mediatico. A dimostrarlo sono anche i dati secondo cui l'ultimo GP di Valencia ha influito negativamente sul marchio Honda. Secondo una ricerca effettuata da Reputation Manager, l'89% dei contenuti on line sul marchio Honda è negativo e dal comunicato stampa si legge: “Le accuse rivolte da Valentino Rossi a Marc Marquez hanno avuto un impatto molto negativo non solo sull’avversario spagnolo, ma anche su Honda. Se fino a ottobre 2015 la reputazione on line godeva di una percezione ottima (con l’87% dei contenuti positivi), dopo la gara di Valencia il marchio è stato bersagliato da commenti negativi, accuse, e proposte di boicottaggio”. Il ceo di Reputation Manager Andrea Barchiesi ha spiegato: “Quanto avvenuto negli ultimi giorni rappresenta solo lo 0,6% dei contenuti totali presenti in rete riferibili a Honda, ma l’inversione del sentimento ci dimostra con chiarezza quanto un evento in poche ore possa incidere negativamente su una solida reputazione”. Fino a giugno si associava a Honda il valore della sportività, che attualmente, dunque, viene messo in discussione. Ovviamente i social sono anche terreno fertile per aberrazioni di ogni tipo per cui sul web c’è chi definisce il marchio anti-sportivo, chi annuncia boicottaggi e chi, addirittura, ipotizza che dietro all’accaduto ci sia una strategia di Honda per portare Lorenzo in squadra. La maggior diffusione del caso è stato raggiunta attraverso i social network (84,6%). Su Facebook sono nate pagine di ogni tipo contro Marquez e Honda, per esempio: “Io Non Comperò una Honda Fino a Quando Marquez Sarà Uno Dei Suoi Piloti’e su Twitter, invece, l'hastag #iostoconvale è stato twittato ben 152.569. 
Insomma, Rossi avrà anche perso il mondiale, ma Marquez (e con lui i suoi datori di lavoro) non ci ha guadagnato granché...
- See more at: http://www.insella.it/news/motogp-2016-l89-dei-contenuti-line-su-honda-e-negativo-133361#sthash.dZaMtua0.dpuf
MotoGP 2016, Marquez "affossa" i social di Honda
 
Modificato da freddy
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Tralasciando di esprimere la mia opinione sui social, mi sento di affermare con sicurezza che Valentino è un GENIO nell'uso dei media: se non avesse attaccato pubblicamente Marquez nella conferenza stampa, avrebbe potuto perdere il mondiale e stop. Invece l'ha perso ma in questo modo ci ha guadagnato molto di più perché ha compattato il consenso attorno a lui e demolito quello degli avversari.

 

Il manico va oltre la moto, perchè Vale è un vero killer di avversari (Biaggi e Gibernau ne sanno qualche cosa).

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Valentino Rossi: perché ha perso, come ha perso, contro Lorenzo. E perché Marquez ha corso contro di lui
Posted by :Paolo Scalera On : 13 novembre 201590
Category:Blog, MotoGP
Tags:gp di valencia, honda, jorge lorenzo, marc marquez, motogp, valentino rossi, yamaha
rossi-marquez

 

E’ stato difficile in questi giorni scrivere del motomondiale, avvelenato da sospetti e combine. Ma anche di non scriverne.
A convincermi di aspettare che la polvere si posasse, prima di prendere la scopa per cercare di spazzare via tutto è stato un whatsapp di Alberto Tebaldi, l’Albi braccio destro di Valentino Rossi subito dopo il GP di Valencia.

“Ho scritto solo a te. Tu sei della vecchia guardia. Tu sei rispettato da tutti, guarda questa cosa da più lontano, come se guardassi dal futuro. Vedrai che per colpa sua (Marquez N.d.R.) avremo un altro sport. E non so nemmeno cosa si possa fare. Peccato, era l’ultimo sport sincero”.
Non gli ho risposto. Ho avvertito nelle sue parole la sincerità di un amico ferito, e assieme il dolore che la lesione gli procurava.

Qualunque cosa gli avessi detto, in quel momento, sarebbe suonata falsa o, peggio, sale sulla piaga.
Chiariamolo subito: non mi posso catalogare fra gli amici di Valentino Rossi. Al contrario sono stato, e sono, un buon amico di Max Biaggi, ma fra me e Valentino c’è un patto di vecchia data. Era il 2000, l’anno del suo esordio in 500. Mi chiese di parlare a quattr’occhi, e lo facemmo in uno di quei container dietro ai box di Suzuka usati come ufficio.
Rossi mi disse: “lo so che sei amico di Biaggi, da te vorrei solo che non mi sparassi addosso per partito preso”.
Non ricordo le esatte parole, ma il senso era questo.

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Gli risposi che non l’avrei fatto. Che nel passato ero stato capace di mantenere un buon rapporto fra Barry Sheene e Kenny Roberts, che certo non si amavano. E di aver ammirato in modi diversi Eddie Lawson e Freddie Spencer, due ragazzi, e due piloti, che più diversi non si può.

Confessai anche, a lui o a qualcuno del suo clan che consideravo il Gran Premio quasi un rito sacro, anche se pagano. Un Gran Premio per me è l’esaltazione, e insieme la sfida, al *** della velocità. Solo rispettandolo si può pensare di uscirne vivi.
Per questo giudicavo irrispettose, anche se divertenti, le sue scenette. Mi sembravano un oltraggio per tutti gli amici che, nel tempo, non ho più visto passare sotto la bandiera a scacchi.

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Ma tutto sommato questo, mi sono detto, probabilmente è un mio limite. Non devo lasciarmi influenzare dal fatto che, nello sport, io vedo soprattutto l’esaltazione della sofferenza. E nella vittoria il premio per il duro lavoro.
Rossi, ho analizzato, non prova sofferenza perché gli riesce tutto facile. Il che non è sicuramente una colpa. Verrà un tempo, ho pensato, che questo non basterà più, che dovrà anche lui pesare le proprie energie.

Questo tempo è arrivato e mentre arrivava Rossi ha imparato, nel ring che sono i circuiti, a dosare sempre più la sua forza. Non era tutto così facile e immediato come contro Biaggi e Gibernau. Più brutto è stato il momento del fisco, dove mi sono trovato se non a difenderlo quantomeno a comprenderlo. E per questo mamma Stefania mi ringraziò. Poche parole, ma di valore che mi hanno ravvicinato a Valentino più di qualsiasi altra cosa.

lorenzo-rossiCon Stoner è stato più difficile che con l’agenzia delle tasse, poi è giunto sulla scena Lorenzo. E con entrambi Vale è dovuto essere insieme cattivo e intelligente. Ha capito quando offendere, nel senso di colpire, e quando restare nei suoi spazi. Ha difeso, intelligentemente, il suo territorio mentre gli stessi suoi avversari, con l’età dalla loro, capivano sempre più del suo modo di combattere. Casey è stato tutta energia distruttiva, arrivando rapidamente all’esaurimento. Jorge ha incassato, le gomme, il muro, le sportellate a Motegi, portando alla perfezione una tattica di estraniamento, fuori e dentro la pista. La via della fuga. Si è appoggiato alle corde finché Valentino si è stancato di colpirlo senza danno apparente. Ed è stato allora che Rossi, per la prima volta, è stato costretto a volgere lo sguardo altrove. E l’unica sua via di fuga è stata la Ducati. E’ lì che Valentino ha definitivamente imparato ad incassare. Fino alla grande fuga ed al ritorno in Yamaha.

E' indiscutibile che non farsi la barba aiuta ad avere una faccia da duroUn anno per recuperare, uno per reimparare a colpire.
E contemporaneamente sulla scena è apparso Marquez.
Un neo-Valentino irriverente come lo era stato il pesarese all’esordio. Una copia altrettanto veloce capace di imitarlo nel modo di correre e nei sorpassi – a Jerez contro Lorenzo, a Laguna contro lo stesso Rossi – ma così astuto da non provare a scimmiottarne altri lati. Così niente scenette, per lui, nonostante il sorriso perennemente dipinto sulle labbra.

Quando li abbiamo visti scherzare assieme, prendersi in giro, esaltare l’uno le gesta dell’altro abbiamo pensato che per entrambi fosse la scelta giusta. Un passaggio di consegne inevitabile fra il vecchio ed il nuovo capobranco. In un angolo della nostra mente però si affacciava la domanda: quando mai, in natura, le cose funzionano così?
Peraltro in una storia – quella di Valentino – fatta di rivali trasformati tutti in nemici giurati: Max, Sete, Casey, Jorge.

rossi-marquez2Sarebbe stato Marc l’eccezione che conferma la regola?
Sarebbe riuscito Rossi ad accettare lo stato naturale delle cose, il passaggio di testimone, il naturale evolvere del suo talento in qualcosa di più complesso di quell’istinto di sopraffazione che distingue tutti i campioni?

La risposta l’abbiamo avuta ad Assen, nel Gran Premio d’Olanda, quando con la collisione ed il discusso taglio della variante battendo Marquez, Valentino è riuscito a riportare il vantaggio su Lorenzo dal misero +1 di Barcellona al +10 dell’Olanda.
In quella gara, infatti, dopo un inizio di campionato all’insegna degli errori e dell’esagerazione dopo i trionfi di un biennio esaltante Marquez era tornato. E per diventare un avversario temibile nella corsa al titolo.

E’ stato in quel momento, al termine di una battaglia dura, ma corretta, fino all’imprevedibile finale che Valentino è cambiato.
Questo è il mio territorio, ha pensato in quel momento, io te l’ho solo prestato ed ora me lo riprendo.
Era il suo istinto da atleta-killer che ritornava prepotente a sopraffarlo.
E’ stato a quel punto che Valentino Rossi ha capito che non era più una lotta a due, fra lui e Lorenzo, ma che anche Marc sarebbe stato della partita. E così è stato.

Nessuno parla di me come al solito ma domenica gliela faccio vedere ioMarquez ha vinto al Sachsenring e a Indianapolis, poi ad Aragon è caduto Pedrosa si è frapposto fra Valentino e Jorge.
In quel momento Marquez stava prendendo le misure a sé stesso. Cercava di dominare il suo istinto di vincente barattandolo con una migliore affidabilità.
Purtroppo per Vale questo processo evolutivo del numero 93 non gli è stato così evidente. Marquez ha commesso altri errori, ma altrettanti ne hanno fatti Rossi e Lorenzo, specie Jorge, a Misano.

Così siamo arrivati ad Aragon dove dopo una gara impeccabile Lorenzo ha vinto mentre Rossi è stato battuto in volata da Pedrosa. Una cosa che non si era aspettato.
Fosse stato un atleta di un’altra specialità avrebbe semplicemente compreso che il suo incredibile momento di forma in quel momento si era un po’ appannato, ma lo scadere delle prestazioni è molto più difficile da interpretare per un motociclista che ha a che fare con la variabile meccanica.

Questo Rossi non lo ha capito e in Giappone è nuovamente finito dietro a Dani, che ha vanificato il suo ‘strappo’ negandogli 4 dei nove punti che avrebbe accumulato se fosse stato capace di batterlo, con Lorenzo solo terzo.
Ma l’inizio della fine è stato il Gran Premio d’Australia. Quello che tutti abbiamo individuato come il più bel Gran Premio degli ultimi dieci anni.

Valentino ha modificato il suo stile, ma rimane sempre un pilota della vecchia guardiaDopo mi sono trovato a parlare con piloti, team manager, ingegneri, meccanici e tifosi, dell’una e dell’altra parte, e tutti erano concordi sull’avere assistito ad uno di quei momenti di gloria che uno sport è capace a volte di regalarci.
Anche se Valentino, in quella occasione, era arrivato solo quarto.

Il guizzo vincente di Marc su Lorenzo e quello di Andrea Iannone su Rossi ci hanno fatto capire che vedevamo giusto. Che c’era una flessione nelle prestazioni del 46. Del tutto normale se si pensa quanto a lungo era durato il suo stato di forma.
In quella gara, peraltro, avevamo visto la maturazione di Marc Marquez.

Il 93 a Phillip Island si era reso conto di poter raggiungere Lorenzo in fuga e, forse, di riuscire a superarlo, ma anche che non doveva tirarsi dietro, per farcela, né la superveloce Ducati di Andrea, né la Yamaha del suo idolo. Per un motivo o per l’altro sarebbe stata una volata a quattro, come ai tempi della 125 e chi, con un po’ di sale in zucca, lo avrebbe fatto?
Così in Australia personalmente ho visto un pilota intelligente, Marquez, che ha usato tutto il suo potenziale per vincere, riuscendovi. Incidentalmente, facendolo, ha regalato 5 punti al suo eroe.

Per questo motivo quando nella conferenza stampa di Sepang, il giovedì, Valentino Rossi ha attaccato ferocemente Marc accusandolo di averlo rallentato appositamente ho pensato: ma che dice? Marquez ha fatto la sua gara, usando il suo ‘cambio di passo’ per sbarazzarsi di altri due rivali e fare in modo di potersela giocare con Lorenzo da solo. E se Valentino in quel momento aveva pensato di usare la scia di Marc per avvicinare Lorenzo, beh, se ne aveva anche lui per strappare e andarsene, doveva farlo. Ma non ne aveva, tanto da aver ceduto anche a Iannone.

contattomalesiaSeduto in prima fila, ad osservare Valentino agitare i fogli dei tempi del Gran Premio d’Australia, ho anche pensato. Adesso sono guai. Marquez era visibilmente sorpreso ed attonito. Non si aspettava l’attacco, ma soprattutto non si aspettava che fosse così virulento. Io avevo parlato con lui in un faccia a faccia durato mezzora poco prima. Dopo di me lo avrebbe fatto Michel Turco. Così alla fine ci siamo scambiati la registrazione audio dell’intervista e l’impressione che ne ho tratto è che Marquez fosse sincero. Ma anche stesse decidendo come rispondere.
Parliamo, per chi se ne fosse dimenticato, di un pilota di 22 anni. Con l’esperienza, ma anche tutti i limiti, di un ragazzo di quella età.
Valentino si era andato a cercare guai.

Quali guai lo abbiamo poi visto nel Gran Premio della Malesia.
Come ha scritto giustamente l’amico e collega Matt Oxley, Marc Marquez è entrato in pista con un unico pensiero in mente: caro Vale, tu hai pensato che io ti abbia rallentato a Phillip Island? Ecco, quando io ti voglio rallentare è questo, non quello.
Pensava, Marc, e qui l’inesperienza si è vista tutta, che Rossi avrebbe abbozzato. Dopodiché al settimo o ottavo giro, dopo avergli fatto venire il mal di testa, passandolo da tutte le parti, il pilota della Honda probabilmente se ne sarebbe andato lasciandolo in quarta posizione. Ma l’ottavo giro non è mai arrivato.

Marc avrebbe già dovuto aspettarsi qualcosa di speciale quando al sesto Rossi ha agitato nell’aria la mano sinistra. Il gesto, che non gli avevamo mai visto fare prima, dimostrava che il Fenomeno aveva perso il controllo.
Se il dito medio mostrato a Biaggi a Suzuka era stato l’epitome della sua forza, quella mano agitata era il segno di una debolezza.

E’ stato in quel momento che Valentino Rossi ha perso il mondiale. Lì che i suoi avversari hanno capito che non ne aveva più.
Dopo, qualche giorno dopo, Valentino ha ammesso di aver commesso un errore attaccando così brutalmente Marc Marquez in conferenza stampa, ma a quel punto non poteva più tirarsi indietro.
Lo aveva umiliato, senza prove e confondendo l’astuzia, una delle sue doti a cui Marc si era ispirato, per qualcos’altro. Che altro non era che l’evoluzione della strategia di un campione.
Non gli rimaneva a questo punto che usare il suo potere mediatico. Una cosa mai fatta nel corso dell’intera carriera. Nemmeno negli anni della Ducati.
Del resto in quei due anni il 46 aveva capito che recriminando non avrebbe fatto altro che confrontarsi con il talento di Stoner. Per questo era stato zitto.
Lo avesse fatto anche a Sepang avrebbe forse avuto maggiori possibilità di vincere il 10° titolo?

biaggi-doohanNon siamo in grado di dirlo. Certo, senza la penalizzazione, mirata per farlo partire in fondo allo schieramento, ma sbagliata perché la Direzione di Gara avrebbe dovuto punire il suo gesto con un ride through, avrebbe avuto maggiori possibilità.
Del resto il passaggio nei box fu comminato a Barros e Biaggi a Barcellona per non aver rispettato una bandiera gialla, sicuramente una colpa meno grave.

Quindi torniamo alla domanda iniziale: avrebbe avuto più possibilità, Rossi, se i giudici, invece di prendere una posizione degna di Ponzio Pilato, gli avessero dato il ride through?
Probabilmente sarebbe arrivato a Valencia per giocarsela, con pochi punti di vantaggio su Lorenzo. Avremmo visto un faccia a faccia. Sarebbe stato più bello, ma per battere Jorge avrebbe dovuto arrivargli davanti e con il maiorchino dell’ultima fase del campionato sarebbe stato molto difficile.

Non dimentichiamo infatti che Porfuera, ogni volta che si è trovato indietro, è riuscito a recuperare.
Quindi non ci rimane che rispondere alla questione che tutti i tifosi hanno dato per risolta: a Valencia Marquez è rimasto alle spalle di Lorenzo senza superarlo a bella posta. Oppure era veramente al limite?

Se ci fosse un titolo da campione del mondo per lo stile Lorenzo lo avrebbe gia' vintoQui ci aiutano i numeri.
Il miglior giro di Jorge in gara, il 3°, è stato 1.31.367, quello di Marquez di soli 88/1000 più lento due giri dopo, segno che non voleva farlo scappare. Il migliore di Rossi, al 4°, solo 1.31.820. Quasi mezzo secondo più lento. Ed in quel momento Vale era alle spalle di Bradley Smith, uno veloce e di Danilo Petrucci, che per farlo passare è finito quasi fuori pista.
Allargando la visuale all’intera gara Lorenzo e Marquez hanno girato sul passo dell’1.31 basso, 22 giri Jorge, 24 Marc, con un ultimo in 1.31.945. Rossi al contrario ha girato in soli due giri sull’1.31 alto, ma dal 13° passaggio in poi, quand’era in quarta posizione, ha girato sempre sopra l’1.32.

I numeri ci dicono che, probabilmente, senza l’arrivo e conseguente lungo di Pedrosa, forse Marquez avrebbe tentato un attacco come già fatto a Phillip Island.
Difficile dire se, come in Australia, sarebbe stato vincente visto che Jorge ha fatto l’ultimo passaggio, aspettandosi un attacco, in 1.32.044.
Questo, più che ogni altra cosa, ci fa capire, quanto il Gran Premio di Valencia sia stata una gara durissima. Quanto Lorenzo abbia resistito.

Jorge Lorenzo ha avuto solo una fortuna in una storia che lo ha visto in mezzo solo per essere un grande “gaffeur”: aver corso l’ultima prova del mondiale a Valencia, una pista dove in cinque delle ultime nove gare ha vinto chi era davanti, senza alcun attacco, come ha ricordato in un suo tweet Stoner. Una pista dove tra frenate cortissime grazie ai dischi in carbonio e accelerazioni a bassa velocità, i sorpassi sono difficilissimi e favorita è la Yamaha. Una pista, infine, dove Vale ha sempre faticato e che è stata la sua nemesi già nel 2006.

Regola uno del duello, tenere sempre il sole alle spallePer questo se mi chiedete se Valentino avrebbe vinto anche partendo ad armi pari a Valencia la mia risposta sarebbe no, non avrebbe vinto egualmente.
Sarebbe stato bello, però, come mi aveva promesso Lin Jarvis a Brno, fare una bella festa con Lorenzo e Rossi sul tetto del mondo. Sarebbe stata una bella storia da raccontare. E io lo avrei fatto, chiunque dei due avesse vinto, con passione e rispetto, riconoscendo ad entrambi le grandi qualità che li avevano portati fino a lì.
Invece ora sono qui a domandarmi perché, dopo nove titoli mondiali, Valentino Rossi abbia preferito attaccare verbalmente Marquez invece di battersi.

Marquez a Sepang lo ha provocato, nessun dubbio in proposito, ma solo dopo esser stato provocato a sua volta.
Era una cosa da risolvere con un colpo di carena.
Una volta al Mugello Rossi mi disse che gli sarebbe piaciuto ritirarsi imbattuto. Chissà forse dopo tante battaglie vedeva la meta vicina, al di là dei contratti firmati.
Ecco, lo avesse fatto, non ne sarei rimasto sorpreso. Una stagione come questa deve consumare un’incredibile quantità di energie.

Dove le trovi, e soprattutto perché le trovi, rimane per me un mistero, ma anche nel contempo la conferma che Valentino Rossi è un grandissimo.
Forse, in fondo, quando rimanevo infastidito dalle sue scenette sbagliavo.
Era solo eccesso di energia. Oggi sono impressionato da quanta ancora ne ha a disposizione.

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Dopo aver letto il lungo post ribadisco alcune cose che apparentemente sono mie supposizioni mentre sono ineluttabili sacrosante verità

 

1) io ho i miei occhiali e se metto i tuoi non ci vedo per niente bene

2) il limite del giornalista è dato dallo scadimento nell'opinionista ed essere abituati a scrivere comporta anche come conseguenza diretta l'auto assolvimento e l'autoconvincimento che quel che è stato scritto è la narrazione dei fatti piuttosto che l'espressione del proprio punto di vista.

3) l'ordine dei giornalisti si è accanito nei confronti di barbara d'urso ritenendo che lei si atteggi da giornalista "oltre" non essendolo. Al contrario non prende alcuna posizione nei confronti dei giornalisti che tutto svolgono tranne la professioni che dovrebbero.

 

qui c'è il video dell'argentina

http://video.sky.it/sport/motogp/gp_argentina_duello_rossimarquez/v239252.vid

è così evidente la cosa che non merita commento: chi è avanti e chi tampona

 

qui c'è il video di assen: si vede chiaro chi è davanti e chi si appoggia all'ultima curva

http://video.sky.it/sport/motogp/olanda_brivido_ultimo_giro_bagarre_contatto_vince_rossi/v247126.vid

e lì MM non ha sopportato di essere sorpassato all'esterno da Vale

 

 

qui sotto c'è l'articolo che dimostra come Valentino abbia perso il mondiale prima ed a casa sua

http://www.sportmediaset.mediaset.it/motogp/motogp/motogp-gp-misano-vince-marquez-rossi-si-mangia-le-mani_1077005-201502a.shtml

 

il resto sono chiacchiere da bar dello sport

Modificato da freddy
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(Sportal.it)

Il nuovo campione junior della Moto3 Nicolò Bulega in un'intervista al Corriere dello Sport torna sul suo successo di Valencia: "Sono fiero di aver vendicato Rossi a Valencia oltre che essere contento per me ovviamente. Nel CEV c’è stata gara vera, ognuno ha pensato a sé stesso, in MotoGP invece quello che è successo è sotto gli occhi di tutti".
 
Il centauro della VR 46 riders academy punta in alto: "L’obiettivo è diventare vincente in MotoGP, vincere qualche altro titolo prima agevolerebbe il tutto. Basta con il 46, correrò con il numero 8 sperando di poter prendere presto l’undici, perché sono due numeri 1 vicini".
 
L'etichetta di nuovo Rossi gli sta però un po' troppo larga: "Se facessi anche solo un quarto di quello che ha fatto lui sarei più che contento, il suo difetto secondo me è proprio quello di aver vinto troppo. Il #46 lo lascio proprio perché Rossi ha fatto cose troppe importanti perché qualcun altro possa usarlo".

(A cura della redazione di Sportal.it)

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